La Jubilee Church è stata progettata dall’architetto americano Richard Meier come parte del grande programma vaticano di costruzione di chiese e di rinascita della città in vista del Giubileo del Millennio, un pellegrinaggio cattolico tenutosi nel 2000. Conosciuta formalmente come Chiesa di Dio Padre Misericordioso, è una chiesa cattolica romana e un centro comunitario a Roma.
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Ubicazione del sito e committenza
Negli anni Novanta, in vista del Giubileo del 2000, il Vaticano ha commissionato la costruzione di 50 nuove chiese in aree della Grande Roma, dove si riteneva che ben 600.000 cittadini non avessero una chiesa vicina da frequentare. L’ultima chiesa completata è diventata la più nota per le innovazioni del suo architetto, Richard Meier. La chiesa di Dio Padre Misericordioso – solitamente chiamata chiesa del Giubileo – è costruita vicino al raccordo anulare a sud-est di Roma. Nella zona periferica di Tor Tre Teste, piuttosto priva di elementi, l’antico paesaggio agricolo è stato goffamente invaso da zone industriali e da moderni e poco attraenti condomini. La Chiesa del Giubileo costituisce un nuovo punto di riferimento per la comunità di 8.000 persone che vivono nei condomini di dieci piani degli anni Settanta, con il cortile pavimentato (sagrato) che funge da spazio di incontro pubblico.
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Il Vicariato di Roma si è impegnato in quest’opera per mostrare ed evidenziare il ruolo fondamentale che l’architettura svolge negli spazi sacri e religiosi, e per dimostrare che la connessione con l’architettura contemporanea è la chiave per migliorare la qualità della vita nelle aree suburbane. Questi erano gli obiettivi del progetto. Il progetto di Richard Meier ha vinto il concorso internazionale nel 1996.
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Il progetto, costato 10 milioni di dollari, è stato inaugurato nel 2003 ed è stata la prima chiesa dell’architetto americano Richard Meier. L’edificio è stato commissionato dall’Arcidiocesi di Roma, il che ha reso Meier, uomo di fede ebraica, una scelta controversa come progettista per lavorare con il Vaticano.
Progetto e ideazione della chiesa
L’incarico fu vinto in un concorso contro Tadao Ando, Santiago Calatrava, Peter Eisenman e Frank Gehry. Meier si è ispirato alle chiese di Alvar Aalto in Finlandia e alla Wayfairer’s Chapel di Frank Lloyd Wright negli Stati Uniti, oltre che alle opere di Le Corbusier.
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La struttura proporzionale dell’intero complesso si basa su una serie di quadrati e quattro cerchi. Tre cerchi di uguale raggio generano i profili dei tre gusci di cemento che, insieme alla parete spinale, costituiscono il corpo della navata. Mentre le tre conchiglie evocano la Santissima Trinità, la vasca riflettente simboleggia il ruolo dell’acqua nel sacramento del Battesimo.
L’elemento più caratteristico della chiesa sono le tre pareti curve a conchiglia, o “vele”, che svettano a quasi 90 piedi di altezza sopra l’edificio. Sono costituite da gusci di cemento, con una finitura simile al marmo, rinforzati con acciaio e tenuti insieme da cavi post-tesi in orizzontale e verticale.
Le vele indipendenti, che simboleggiano la Santissima Trinità, sono progettate per resistere al calore, al vento e ai terremoti. La parete principale “dorsale” a destra, o nord, contiene lo spazio.
Secondo Richard Meier, il suo architetto, è “il gioiello della corona del progetto Millennium del Vicariato di Roma”. La chiesa serve ottomila abitanti del quartiere di Tor Tre Teste e doveva servire a “far rivivere” socialmente Tor Tre Teste
Fonte: https://www.designbuild-network.com/projects/jubilee-church-rome/
Interno
La Chiesa del 2000 è concepita come una composizione di elementi di base, chiaramente riferiti alla purezza del cubo e della sfera, e agli spazi intermedi e alle connessioni.
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All’interno, è evidente il lavoro sull’illuminazione naturale, che passa attraverso le fessure tra gli elementi solidi e illumina l’intero spazio: la principale fonte di luce diffusa è la copertura in vetro tra le conchiglie, ma al mattino presto e nel tardo pomeriggio la luce del sole penetra nella facciata d’ingresso e in quella dell’altare, regalando spettacolari effetti atmosferici.
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L’unica varietà di tono bianco sporco è data da una parete sospesa con intelaiatura in legno, verticale e rivolta verso l’involucro più interno; mentre l’importanza degli arredi sacri è sottolineata da blocchi di travertino scolpiti. Tutti gli arredi sacri e gli spazi religiosi sono inseriti nella composizione attraverso la continuità e il dialogo delle forme, contribuendo all’eleganza del progetto.
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La distribuzione dei diversi spazi è resa evidente da separazioni fisiche: la cappella feriale è a lato dell’aula principale, leggermente separata dal piede dell’ultima calotta. L’ingresso è dotato di uno spazio tampone e di una seconda porta, sopra la quale si trova l’organo, integrato in un elemento cubico scolpito.
La piazza esterna (sagrato) completa il disegno della trama: le piastrelle di travertino giallastro e lucido dialogano con i prospetti bianchi. La chiesa ha la possibilità di trovarsi in un’area relativamente aperta alle recenti espansioni romane, poi il parco sullo sfondo e il pavimento in pietra le danno la sensazione di uno specchio d’acqua che contiene la chiesa “veliero galleggiante”.
Fonti:
https://www.archdaily.com/20105/church-of-2000-richard-meier