Giorgio Grassi è uno dei più importanti architetti moderni italiani, nonché membro della scuola di pensiero razionalista italiana. Ha contribuito alla creazione di numerose scuole, musei e biblioteche, soprattutto nel Nord Italia.
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Chi è Giorgio Grassi?
Nato nel 1935 a Milano, Grassi ha studiato architettura al Politecnico di Milano, dove si è laureato nel 1960; subito dopo ha lavorato per la rivista Casabella-Continuità. Questa era una pubblicazione orientata all’urbanistica e all’architettura della città, diretta da Ernesto Nathan Rogers. Lasciato l’incarico nel 1965, inizia la sua carriera come professore nelle scuole di architettura di Milano. Passò poi a insegnare a Pescara, Valencia e Zurigo, per tornare infine al Politecnico come professore di Composizione Architettonica.
Nel corso della sua carriera, Grassi ha enfatizzato la natura razionalista delle sue composizioni. Esse sono caratterizzate da spigoli vivi, strutture a secchiello, forme semplici, con molte influenze chiaramente riconducibili al leggendario architetto e designer svizzero-francese Le Corbusier. I suoi lavori e le sue ricerche, premiati (come il complesso scolastico di Bologna, nel 1964, o l’unità residenziale berlinese Lützowplatz, nel 1984), sono ampiamente documentati nelle sue stesse pubblicazioni. Sono state raccolte infine, nel 1988, nel volume, parte della collana “Quaderni Lotus”, “Architettura, lingua morta”, che illustra i progetti che intervengono su siti architettonici già costruiti.
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Cosa lo rese famoso?
Giorgio Grassi occupa una nicchia notevole nell’ambito dell’architettura moderna italiana. Di fatto una collezione piuttosto ampia di creazioni portano il suo nome. Tra le più importanti, troviamo il Parc Colonnades, un progetto che segue i suoi concetti di design urbano. Grassi si proponeva di “ricostruire un pezzo di città storica”, elevandolo con una composizione di alta qualità architettonica. Il mezzo per farlo era la trasposizione del pluripremiato concorso di Potsdamer Platz e l’applicazione del concetto di “Berlin Mischung“. Significativamente esso portava alla coesistenza delle diverse funzioni residenziali, commerciali e produttive all’interno di un’unica entità architettonica.
Il complesso è costituito da cinque unità edilizie, di cui quelle centrali adottano il tipo edilizio ad H. Evocando i palazzi borghesi del passato, le facciate principali si aprono sull’affaccio stradale “urbano”, contornato da semplici cortili, atrii, portici, passaggi e caffè. L’unità formale dell’insieme è garantita dall’altezza uniforme dei cornicioni, dai muri in mattoni a vista, dalle lastre di arenaria gialla. In particolare, dalle facciate, le cui aperture rettangolari sono disposte secondo un rigoroso schema geometrico. Nella fase esecutiva, tre dei cinque blocchi di edifici sono stati infine assegnati ad altri studi di architettura.
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Un altro importante tassello dell’opera di Grassi si trova nel progetto di Piazza Matteotti – La Lizza, che si caratterizza per l’inclusione nel suo insieme di alcuni importanti edifici della città antica. Non si tratta di una mera scelta estetica, poiché questo modo di costruire gli edifici è strettamente legato alla città: un elemento di mediazione tra essa e la campagna, essa stessa parte fondamentale del paesaggio. Ne deriva un edificio stretto e lineare che, da un lato, “chiude la cortina” della strada cittadina e, dall’altro, apre alla comprensione della campagna. Per questo, nonostante la sua modernità, la struttura riesce a inserirsi fluidamente nel tessuto urbano.
La linea libera e rettilinea, tangente al fronte del giardino di palazzo Ciacci, è un’altra caratteristica fondamentale, poiché unisce la chiesa di Santo Stefano a quella che si trova nel quartiere di Drago, formando una linea che corre parallela alla vecchia strada dei giardini di San Domenico prima di cambiare direzione. L’edificio stesso, infine, offre una splendida vista sulla città e sulle sue opere d’arte, acquisendo così una rilevanza unica all’interno del suo paesaggio urbano.
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Cosa caratterizza lo Stile di Grassi?
Grassi riteneva che l’architettura dovesse operare separatamente dagli eventi politici, economici, sociali e tecnologici, affermandosi come entità a sé stante. Sebbene sia descritta come molto razionalista, la sua architettura incarna una sensibilità per l’architettura classica e neoclassica, pur risentendo delle influenze del movimento moderno. Il suo lavoro formale è caratterizzato da chiarezza, onestà e semplicità, senza ingraziamenti, retorica o salti stilistici spettacolari.
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Uno dei marchi di fabbrica più famosi di Grassi è l’uso di mattoni a vista e finestre quadrate nella maggior parte dei suoi edifici. Nei suoi scritti, si rifà agli architetti socialisti tedeschi degli anni Venti e fa riferimento a edifici e spazi pubblici da usare come linee guida; Grassi, ancora oggi, è un anticonformista e un critico dell’architettura tradizionale convenzionale.
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Fonti:
https://giorgiograssi.divisare.pro/studio#about
http://thebiography.us/en/grassi-giorgio
http://www.capitalieuropee.altervista.org/4/417.html