La Maison à Bordeaux, altrimenti nota come Villa Lemoine, è una residenza privata costruita su una collina che domina la città francese di Bordeaux, nata dal modo unico di Rem Koolhaas di reinterpretare l’architettura moderna.
Fonte immagine: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:MAISON_%C3%80_BORDEAUX.jpg. Author:Ann Chou
Da un’esigenza nasce un progetto
Nel 1994, l’architetto olandese Rem Koolhaas fu contattato da una coppia che viveva in una vecchia casa di Bordeaux; il marito aveva subito un incidente d’auto che lo aveva costretto sulla sedia a rotelle, trasformando la sua casa in quella che sembrava una prigione. Koolhas ha descritto il progetto con le sue parole,
Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, non voglio una casa semplice. Voglio una casa complessa, perché la casa definirà il mio mondo…
Jean-François Lemoine, proprietario
Koolhas ha proposto una casa costruita su tre diversi livelli, con un quarto componente ”fluttuante” come chiave dell’intero complesso: una piattaforma mobile, grande come una stanza, che fornisce un accesso facile e confortevole a ogni piano.
Fonte immagine: https://oma.eu/projects/maison-a-bordeaux
Ridefinire lo spazio
Koolhaas ha immaginato il progetto come una struttura in continua evoluzione, un motore in movimento con una macchina come cuore: Questo movimento altera la casa e la sua architettura”, ha dichiarato il direttore di OMA, “non si trattava di un “Ora facciamo del nostro meglio per una persona invalida”; il punto di partenza è invece la negazione dell’invalidità”.
Situata su una collina con vista panoramica sulla città, la Maison, più che un’entità unica, agisce come tre case sovrapposte: il livello inferiore è costituito da una serie di caverne artificiali scavate nella collina, pensate per gli aspetti più intimi della vita familiare; il piano terra, a livello del giardino, è una stanza di vetro – metà all’interno e metà all’esterno – che funge da soggiorno principale; il piano superiore, composto da camere da letto realizzate con volumi di cemento, è diviso in due aree – quella dei bambini e quella dei genitori.
Questa sezione più “pesante” ha lo scopo, secondo le parole di Koolhaas, di definire le tensioni che regolano l’equilibrio tra i piani, facendo sembrare che il piano superiore sia “in bilico” su quelli inferiori, molto più leggeri; in questo modo, prende vita uno spazio sicuro e intimo, in netta opposizione alla sensazione di aria aperta delle aree sottostanti.
Fonte immagine: https://divisare.com/projects/302583-oma-maison-a-bordeaux
L’ascensore che collega queste sezioni è una piattaforma aperta di 3 x 3,5 metri, che utilizza un meccanismo di sollevamento oleodinamico per muoversi liberamente tra i tre piani, diventando parte dello spazio abitativo o della cucina o trasformandosi in un intimo ufficio; una biblioteca alta tre metri funge da parete, consentendo l’accesso a libri, opere d’arte e persino a una zona cantina.
Koolhaas ha descritto l’ascensore come “il potenziale per stabilire connessioni meccaniche, piuttosto che architettoniche”, come l’elemento principale attorno al quale è stata costruita la Lemoine House
La piattaforma poteva toccare il pavimento o librarsi sopra di esso… una metafora architettonica del volo che offriva a un uomo immobilizzato.
Daniel Zalewski, per il The New Yorker
Fonte immagine: https://oma.eu/projects/maison-a-bordeaux
Fuori dagli schemi del design accessibile
La casa, secondo le parole del suo ideatore, è nata da una stretta collaborazione tra lui e i suoi clienti, basando le sue scelte più particolari sulle richieste del committente: elementi come la totale assenza di ringhiere o le grandi finestre rotonde (pensate per essere aperte da un occupante con difficoltà motorie) “non sarebbero mai stati proposti senza un’intensa collaborazione con il cliente”.
Fonte immagine: https://oma.eu/projects/maison-a-bordeaux
Tuttavia, la morte di Jean-François Lemoine nel 2001 ha fatto sì che lo scopo unico della casa non potesse più essere utile.
“L’ascensore è diventato un monumento alla sua assenza”, ha dichiarato Koolhaas nel 2005.
L’architetto suggerì un restyling, trasformando l’area simile a uno studio sulla piattaforma in una sala TV informale e rinnovando completamente l’arredamento, ora moderno, voluminoso e dalle forme geometriche e decise.
Ora parla di caos e rumore, invece che di ordine.
Rem Koolhaas, sul restyling della casa
Fonte immagine: https://oma.eu/projects/maison-a-bordeaux
Louise Lemoine, una delle figlie cresciute nella Maison, è diventata regista indipendente, rendendo omaggio alla casa, ai suoi abitanti e alle loro sfide quotidiane nel film “Koolhaas Houselife”.
Scheda tecnica
- Architetto: Rem Koolhaas;
- Luogo: Bordeaux, Gironde, France;
- Progetto: 1998;
- Construzione: 1994-1998;
- Clienti: Jean-François Lemoine and family;
- Programma: 5 bedrooms, 3 bathrooms (main house); 2 bedrooms, 2 bathrooms;
- Riconoscimenti importanti: Best of 1998 Design, TIME.
Fonte immagine: https://divisare.com/projects/302583-oma-maison-a-bordeaux
Fonti:
http://www.archimagazine.com/amaison1.htm