Marcello Piacentini fu il maggiore interprete dell’architettura del regime fascista, disegnando diversi progetti importanti per Mussolini. Ma il suo stile si sviluppò in una combinazione di razionalismo e Novecento italiano.
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Il Protetto di Mussolini
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Marcello Piacentini, figlio dell’architetto Pio Piacentini, nacque a Roma nel 1881. Dopo aver studiato arte e ingegneria durante gli anni della formazione, divenne uno dei principali sostenitori dei progetti lineari e spogli che caratterizzavano l’epoca fascista. A soli 26 anni, Piacentini ridisegnò il centro di Bergamo, chiamata anche “Città Bassa”. Quest’opera dimostrò il notevole talento di Piacentini come architetto e portò rapidamente a una lunga collaborazione con il governo fascista. Il governo fascista desiderava un nuovo stile che potesse esprimere appieno l’opinione grandiosa che il regime aveva di se stesso, cosa che Piacentini fornì. Una delle sue opere principali è il nuovo campus dell’Università Sapienza di Roma. In seguito, grazie alle sue imprese, Mussolini nominò Piacentini responsabile della progettazione del quartiere EUR.
Somma di Novecento Italiano e Razionalismo
Marcello Piacentini sviluppò un nuovo stile di “Neoclassicismo semplificato” che mirava a una via di mezzo tra il Razionalismo del Gruppo 7 e il Neoclassicismo praticato dal gruppo Novecento Italiano. Questo stile divenne presto un emblema dell’architettura fascista, a Roma e in tutta Italia. Nacquero così edifici rinomati, come il nuovo campus universitario e il quartiere dell’EUR, di cui fu Alto Commissario. Alla fine, la sua fama lo portò fuori dai confini nazionali, agendo come architetto coloniale nei territori africani sottomessi dal regime, soprattutto in Cirenaica. Qui adottò ed evolse lo stile neo-moresco, nel 1920. L’Albergo Italia e il Teatro Berenice di Bengasi furono progettati secondo il suo stile coloniale.
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La nuova Faccia di Roma
Il fascismo ha lasciato la sua impronta sulla capitale, in linea con i capricci di perseguire l’eredità romana. Durante il regime, Mussolini incaricò diversi architetti, già molto apprezzati, di progettare questi edifici monumentali. Piacentini fu uno dei protagonisti di questa fase e contribuì all’idea fascista di Roma fondamentale. Agendo, tra l’altro, come architetto capo per la costruzione del nuovo campus dell’Università Sapienza di Roma, Piacentini volle rendere omaggio agli edifici “romanissimi” fatti di mattoni e travertino. Del resto, il suo stile semplice e neoclassico è chiaramente osservabile nelle sue ultime opere, come il progetto per il rettorato dell’Università . Secondo il progetto originale, il rettorato doveva raggiungere i 52 metri di altezza, ma dovette essere accorciato durante la costruzione.
Oltre a ciò, Piacentini progettò il quartiere dell’EUR e collaborò con i più importanti architetti italiani per la realizzazione di questo progetto. Di fatto, l’area doveva ospitare l’Esposizione Universale, un evento destinato a celebrare il ventennio fascista. Tuttavia, la seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo interruppero la costruzione dell’opera. Pertanto, l’EUR rimase incompleto e riprese la sua costruzione solo negli anni ’50 e ’60. Alla fine, divenne un quartiere commerciale e abitativo (come lo è ancora oggi). Secondo l’ideologia fascista, l’urbanistica imperiale romana e il razionalismo italiano ispirarono l’EUR. Il risultato fu lo stile semplificato del neoclassicismo tipico di Piacentini. Il progetto si sviluppa su assi ortogonali e grandi edifici, costruiti principalmente in calcare, tufo e marmo, materiali tradizionali associati all’architettura dell’Impero Romano. Inoltre, si ispirava anche alla Metafisica e il Palazzo della Civiltà Italiana è un simbolo dello stile architettonico del regime.
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Fonti:
https://en.wikipedia.org/wiki/Marcello_Piacentini
https://en.wikipedia.org/wiki/EUR,_Rome
http://venividivisit.org/the-university-city-of-la-sapienza-in-rome/
https://www.olivari.it/en/designer/marcello-piacentini/