Gerrit Rietveld progettò la Sedia Rossa e Blu nel 1918. Fu la prima esplorazione del movimento artistico De Stijl in tre dimensioni.
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Artigianato serializzato
Con la sedia rossa e blu, Rietveld manipola i volumi rettilinei ed esamina l’interazione tra piani verticali e orizzontali. Lo stesso si vede nella maggior parte della sua architettura. La sedia, progettata nel 1918, presenta una tavolozza di colori primari, oltre al nero, strettamente associata al gruppo De Stijl. Inoltre, è associata al più famoso teorico e praticante del movimento, Piet Mondrian. Con l’intenzione di produrre i suoi mobili in serie piuttosto che in modo artigianale, Rietveld puntava alla semplicità della costruzione.Questo aspetto è presente anche nei pezzi di legno che compongono la Red and Blue Chair, legname di dimensioni standard facilmente reperibile all’epoca.
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Il Museo d’Arte Moderna, che ospita la sedia dopo averla ricevuta in dono da Philip Johnson, afferma che i colori rosso, blu e giallo sono stati aggiunti intorno al 1923.
Filosofia Rietveld
Rietveld e i suoi colleghi del movimento artistico e architettonico De Stijl cercavano di creare un’utopia basata su un ordine armonico creato dall’uomo. Ritenevano potesse rinnovare l’Europa dopo le devastanti turbolenze della Prima Guerra Mondiale. Per questo motivo, secondo loro, le nuove forme erano essenziali per questa ricostruzione. Pertanto, la sedia, con le sue linee ortogonali e i suoi volumi senza peso, quasi piatti, mirava a evocare questo equilibrio minimalista e quasi ascetico.
La sedia, nonostante fosse stata creata in precedenza in circostanze non correlate, finì per essere un pezzo di accompagnamento dell’altra famosa creazione di Rietveld: la Casa Schröder (1925). Collocata al centro, quasi come un cuore, la sedia completa le linee della casa attraverso la sua libertà spaziale, le geometrie eleganti, i colori e le intersezioni. Inoltre, la loro unione riflette i desideri dello stile De Stijl.
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Costruzione della Sedia
La sedia rossa e blu è composta da tavole e listelli dritti e da una seduta laccata in blu con uno schienale rosso. Inoltre, le superfici tagliate dei listelli del telaio sono gialle, mentre il resto dei listelli è nero. La combinazione di colori ha fatto sì che la sedia sembrasse quasi scomparire contro le pareti e il pavimento neri della Casa Schröder (1924). In più, le aree di colore sembrano fluttuare e conferiscono alla sedia una struttura quasi trasparente.
Sembra che Rietveld considerasse la sua sedia come un’opera d’arte, dal momento che la definiva una “creazione spaziale”. La definì una scultura nello spazio, piuttosto che un mobile. Inoltre, la famosa sedia esposta alla rivista De Stijl ha partecipato anche a una mostra allestita dal Bauhaus, dove ha avuto un notevole impatto.
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Fonti:
www.gerrit-thomas-rietveld.com
Per ulteriori riferimenti, visitare: www.jbdesign.it/idesignpro