Lo Stile Enrico II si diffuse sotto i regni degli ultimi re Valois, da Enrico II a Francesco I, fino all’inizio del XVII secolo.
Storia e curiosità
In questo periodo, importanti architetti e scultori francesi ispirarono le loro idee ai principi appresi in Italia. Portarono in Francia diversi artisti italiani della scuola di Raffaello o di Michelangelo, Saint-Porchaire. Questo è un esempio di ceramica bianca a basso fuoco prodotta in Francia nella metà del XVI secolo. Ha preso il nome di Enrico II perché alcuni pezzi recano il nome del re.
Si tratta di maiolica bianca destinata a un pubblico francese ristretto. Sono sopravvissuti solo una sessantina di pezzi, ma tutti mostrano chiaramente l’influenza del movimento manierista. La produzione di Saint-Porchaire prevedeva la creazione di pezzi unici diversi l’uno dall’altro. Le forme di base in argilla venivano messe alla ruota e rifinite. La superficie veniva poi protetta con uno smalto di piombo per conferire una trasparenza dorata. Su questi pezzi è possibile vedere design distintivi derivati da opere d’arte manieriste.
Stile del mobilio
In questo periodo si assiste a un’importante attività artistica che porta alla nascita di raccolte (album) di incisioni ispirate all’antichità classica. Gli autori erano Jacques Androuet du Cerceau, parigino, e Hugues Sambin, borgognone. Essi vendevano gli album nelle loro città, Parigi e Digione.
Le scuole dello stile di Enrico II si distinguono per il loro modo di intagliare e sono quella dell’Île de France e quella della Borgogna. Lo stile borgognone utilizzava un intaglio sontuoso che suggeriva ricchezza. La scuola dell’Île de France preferiva le dee elegantemente scolpite di Jean Goujon.
Lo stile Enrico II presentava un carattere architettonico, simile a quello gotico. Ad esempio, gli armadiavevano quattro ante, due sopra e due sotto, separati da lesene. L’effetto architettonico era migliorato dalla presenza di nicchie con statuette. Le figure mitologiche erano i motivi preferiti.
Vennero incise tavole rettangolari, con chimere e cariatidi, e persino colonnati e arcate longitudinali, che portavano con sé la stessa incredibile sensazione architettonica.
Pittura
“Ambasciatori” di Hans Holbein è uno dei dipinti più conosciuti al mondo. È stato realizzato nel periodo Tudor. Si tratta di un doppio ritratto, il dipinto rappresenta una natura morta e presenta diversi oggetti molto ben resi, sui quali si è dibattuto ampiamente. È conservato nella collezione della National Gallery di Londra.
Architettura
Molti sono stati i prodotti architettonici dello stile di Enrico II; diversi sono rimasti in piedi fino ad oggi. Un esempio ne sono l’Aile de la Belle Cheminée e la sua galleria. Diversi sono statti gli artigiani di corte di Enrico II, tra cui Rosso Fiorentino, Francesco Primaticcio e Sebastiano Serlio.
L’architetto francese Pierre Lescot e lo scultore Jean Goujon restaurarono il Palais du Louvre che si estendeva intorno alla famosa corte quadrata. Lo Château d’Anet, commissionato da Diane de Poitiers, amante di Enrico II, fu progettato da Philibert Delorme, che aveva studiato a Roma. La tenuta, decisamente in stile manierista, ospitava una statua di Diana di Benvenuto Cellini, che all’epoca si trovava in Francia.
Nel 1564 Delorme iniziò il progetto delle Tuileries, il più imponente palazzo parigino in stile Enrico II. Il palazzo presentava anche diversi temi classici manieristi, per i quali Delorme sviluppò un proprio “Ordine Francese” di colonne.