La storia delle pitture murali romane pagane è sopravvissuta al mondo classico romano e si fonda principalmente sugli affreschi dell’area di Pompei.
Classificazione
I quattro stili “Pompeiani” di decorazione murale pittorica (quattro stili della pittura pompeiana), sono stati definiti dall’archeologo tedesco August Mau nel libro “Pompei, la sua vita e la sua arte”, alla fine del XIX secolo. La classificazione può essere fatta per stili e si riferisce propriamente alla parete decorata nel suo complesso. Quando si considerano i dipinti isolatamente, come spesso accade nei musei, la possibilità di assegnare uno stile specifico a un dipinto dipende da tre fattori: il design del dipinto, la data di realizzazione del dipinto e il tipo di decorazione che originariamente circondava il dipinto. Purtroppo gli esempi presenti nei musei sono stati rimossi dal loro contesto originale. Una classificazione dei quattro stili può essere fatta come segue:
- Il Primo stile, detto anche stile strutturale, dell’incrostazione o a muratura, è caratterizzato dalla simulazione di rivestimenti marmorei, con altri elementi simulati come dischi di alabastro sospesi lungo linee verticali, travi “di legno” in giallo e “pilastri” e “cornici” in bianco. Si ricorreva anche al colore vivace, considerato un segno di ricchezza.
- Nel Secondo stile detto architettura in prospettiva o stile architettonico le pareti erano decorate con elementi architettonici e composizioni “trompe l’oeil” (genere pittorico che “inganna l’occhio” dell’osservatore). Questa tecnica utilizzata già al tempo dei Romani consiste nell’evidenziare determinati elementi per far si che sembrino realtà tridimensionali. Gli elementi caratteristici di questo Secondo stile ricordano quelli del Primo stile, che inizia però ad essere sostituito, lentamente elemento per elemento.
- Il Terzo dei quattro stili della pittura pompeiana viene detto stile ornamentale o parete reale. È una reazione all’austerità del periodo precedente. È caratterizzato da una decorazione più figurativa e colorata, con un senso generale più decorativo, spesso presenta una grande finezza nell’esecuzione. Questo stile è tipicamente caratterizzato da un’eleganza semplicistica. Definito “stile fantastico”, è eterogeneo e incorpora elementi di tutti gli stili precedenti; può essere meglio descritto come una combinazione dei tre stili precedenti.
- Il Quarto Stile della pittura murale romana è generalmente meno ornato del precedente e si caratterizza come una reazione barocca al manierismo del Terzo Stile. Lo stile era molto più complesso, e riproponeva la pittura narrativa su larga scala e le vedute panoramiche, pur conservando i dettagli architettonici del Secondo e del Primo Stile
Dopo la pittura pompeiana
August Mau ci guida fino a Pompei e alle pitture che vi sono state trovate, ma che ne è della pittura romana dopo il 79 a.C.? I Romani continuarono a dipingere le loro case e la loro architettura monumentale, ma non esiste un Quinto o un Sesto Stile e la pittura romana successiva è stata definita un pastiche di quella precedente. Le Catacombe Cristiane forniscono un’eccellente documentazione della pittura della Tarda Antichità, combinando tecniche romane e soggetti cristiani in modi unici.
Fonti:
http://www.art-and-archaeology.com/roman/painting.html
http://www.essential-humanities.net/western-art/painting/roman/
https://www.khanacademy.org/humanities/ancient-art-civilizations/roman/wall-painting/a/roman-wall-painting-styles