Architetto, designer industriale e urbanista innovativo, Vico Magistretti ĆØ stato una forza trainante del design italiano a partire dagli anni Sessanta. Nato nel 1920 in una famiglia di architetti milanesi di successo, ĆØ diventato uno dei designer italiani piĆ¹ rispettati, celebrato per la sua straordinaria padronanza della chiarezza delle forme.
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Biografia
Vico Magistretti (6 ottobre 1920 – 19 settembre 2006) ĆØ stato uno dei piĆ¹ influenti designer industriali italiani, noto come designer di mobili e architetto, soprattutto per i suoi iconici mobili moderni e i progetti di illuminazione per Artemide. Vico Magistretti ĆØ nato nel 1920 a Milano, cittĆ in cui si ĆØ laureato in architettura nel 1945 e dove da allora si ĆØ sviluppata la sua carriera professionale, principalmente nei campi dell’architettura, dell’urbanistica e del design industriale. Il primo riconoscimento del suo lavoro arriva nel 1948, quando vince il Gran Premio dell’VIII Triennale.
Seguono quasi quarant’anni di attivitĆ con altri premi e riconoscimenti che premiano il lavoro di Magistretti in vari settori e in diversi Paesi. Tiene lezioni e conferenze in varie facoltĆ di architettura e scuole di design in Italia e all’estero, da Milano a New York, da Parigi a Londra, cittĆ alla quale ĆØ particolarmente affezionato; dal 1983 ĆØ “Honorary Fellow” del Royal College of Art. Mobili, lampade e altri oggetti da lui disegnati si trovano in tutto il mondo e i piĆ¹ importanti musei di design hanno organizzato mostre in suo onore e conservato esempi del suo lavoro nelle loro collezioni permanenti.
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Nel corso della sua carriera, Magistretti ha ricoperto prestigiose cattedre presso il Royal College of Arts di Londra e la Domus Academy di Milano. Le sue opere sono state acquisite da importanti musei di tutto il mondo, tra cui il MoMA di New York e il Victoria & Albert di Londra.
Designer
La ricerca di Vico Magistretti ĆØ stata continua – sul design, sulla cultura del progetto e sulla sperimentazione innovativa di materiali e soluzioni spaziali, senza dimenticare forme e funzioni lontane dal rigore della moda che hanno attraversato negli anni. Ha iniziato a disegnare per Cassina nel 1960 e da allora la sua firma si trova su moltissimi prodotti.
Fonte immagine:https://www.cassina.com/it/en/products/maralunga-40.html?coatingItem=E-E447#675-maralunga-40_26025
Ricordiamo in particolare il divano Maralunga del 1973 e la libreria Nuvola Rossa (1977), che sono tuttora indiscutibili best-seller internazionali e hanno suscitato orde di imitazioni che non sono state in grado di riecheggiare nemmeno lontanamente il successo degli originali.
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Indipendentemente dai materiali utilizzati, Magistretti ha sempre attribuito grande importanza all’alta qualitĆ della lavorazione. PerchĆ© una soluzione di design sia duratura e di alta qualitĆ , Vico Magistretti riteneva che dovesse essere sia bella che utile. I suoi progetti uniscono immancabilmente eleganza scultorea e raffinatezza tecnica.
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A partire dagli anni Sessanta Vico Magistretti ha progettato mobili e oggetti in plastica. La sua lampada da tavolo “Telegono” risale al 1968. Magistretti ha creato “Selene” (1969; per Artemide), una sedia impilabile in plastica stampata in un unico pezzo. Le sedie Magistretti “GaudƬ” e “Vicario” sono state progettate nel 1970. Nel 1977 Vico Magistretti crea “Atollo”, una lampada da tavolo in metallo. Nel 1983 ha progettato “Veranda”, un divano trasformabile dotato di poggiatesta regolabile.
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Architetto
Secondo il The Guardian, “presto subƬ l’influenza dell’architetto Ernesto Nathan Rogers, le cui idee umaniste per la ricostruzione dell’Italia del dopoguerra ispirarono tutta una serie di intellettuali. In quel periodo Magistretti partecipĆ² ai lavori per lo straordinario quartiere sperimentale alla periferia di Milano noto come QT8, dove un gruppo di architetti e progettisti aveva piena libertĆ . Magistretti costruƬ la sua “poetica” chiesa rotonda”.
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Tutto sembrava possibile nella Milano degli anni Quaranta e Cinquanta, e architetti e urbanisti del calibro di Magistretti, Ignazio Gardella e Rogers (con il gruppo BBPR) collaborarono alla realizzazione di quartieri popolari, tra cui un complesso per gli operai della Pirelli. Questi si distinguono ancora oggi per le qualitĆ umanistiche del loro design e per il loro spazio verde.
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Tra le sue opere architettoniche piĆ¹ importanti a Milano in questo periodo possiamo citare la Torre al Parco (1953-56), l’edificio per uffici di Corso Europa (1955-57) e l’edificio di Piazzale Aquilea (1962-64). Seguono alcune ville, tra cui casa Arosio ad Arenzano (1958), villa Schubert a Ello (1960), casa Bassetti ad Azzate (1960) e casa Gardella ad Arenzano (1953). Infine, il condominio di Piazza San Marco a Milano risale al 1969-1971. Tra le opere piĆ¹ recenti: la FacoltĆ di Biologia di Milano (1978-81), la casa Tanimoto a Tokyo (1985) e il deposito degli autobus Famagosta a Milano (1989).
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Fonti:
https://www.theguardian.com/news/2006/oct/18/guardianobituaries.artsobituaries
https://www.stardust.com/vico-magistretti.html