Kengo Kuma è un architetto giapponese. Il suo stile è caratterizzato dalla reinterpretazione di elementi architettonici tradizionali giapponesi combinati con uno stile high-tech e l’innovazione nell’uso di materiali naturali.
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Sulla vita
Kengo Kuma è nato l’8 agosto 1956 a Yokohama, in Giappone. Dopo aver frequentato le scuole medie e superiori Eiko Gakuen, si è iscritto all’Università di Tokyo e si è laureato nel 1979. Nel 1987 Kuma ha aperto il suo studio nel 1990 con il nome di Kengo Kuma & Associates. È considerato uno degli architetti contemporanei più popolari del Giappone, che si occupa di far rivivere e rivitalizzare i valori tradizionali giapponesi. Il suo metodo di mescolare la moda high-tech con i metodi costruttivi di lunga data sta rapidamente guadagnando l’ammirazione internazionale e si sta facendo strada anche in Cina e in Occidente. Kuma ha anche lavorato in università come professore di architettura ed è stato a capo del Kuma Lab dell’Università di Tokyo.
Quali sono le sue opere principali?
Tra i suoi progetti principali figurano il Suntory Museum of Art di Tokyo, la Bamboo Wall House in Cina, la sede giapponese del gruppo LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy), il Besançon Art Center in Francia, lo Stone Museum di Nasu e una delle più grandi spa dei Caraibi per il Mandarin Oriental Dellis Cay.
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Tra i suoi edifici di alto profilo figurano il Museo della Prefettura di Nagasaki (2005), il Centro turistico culturale di Asakusa (2012) e un comune presso la Grande Muraglia Cinese (2002). Negli ultimi anni ha ricevuto un numero crescente di incarichi in Europa e Nord America, tra cui una stazione della metropolitana a Parigi, un villaggio culturale nel giardino giapponese di Portland, il nuovo V&A Design Museum di Dundee, un grattacielo a Vancouver e il Museo Hans Christian Andersen di Odense. È stato inoltre incaricato di progettare il nuovo stadio nazionale per le Olimpiadi di Tokyo del 2022, nel suo paese natale.
Come possiamo identificare lo stile di Kuma?
Egli si sforza di creare un’architettura a misura d’uomo, lavorando su scale ridotte, materiali tattili e «onesti», luce naturale e rispetto per la natura, seguendo il suo obiettivo espresso di «sfuggire alle grinfie del cemento». La sua poetica esprime il contenuto emotivo dei materiali, legato alle loro caratteristiche intrinseche nella costruzione e agli insegnamenti della tradizione giapponese. Lo studio del luogo è una chiave essenziale per integrare un progetto con l’ambiente circostante, in modo che non ne perturbi l’equilibrio ma sia un prodotto naturale di esso, costruito da mani umane.
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Fonte:
http://www.famous-architects.org/kengo-kuma/
https://en.wikipedia.org/wiki/Kengo_Kuma
http://www.archdaily.com/771525/spotlight-kengo-kuma
http://www.architravel.com/architravel/architects/kengo-kuma-and-associates/2/