Ver Sacrum – Primavera Sacra

La rivista simbolo ed espressione della Secessione Viennese

La rivista austriaca Ver Sacrum, fu la “palestra” e il “campo sperimentale” di quegli artisti e letterati che parteciparono alla Sezessionstil, il movimento artistico e culturale il cui più noto esponente fu il pittore Gustav Klimt.

Leopold Stolba, Cats in a chair, Ver Sacrum 3, Marzo 1899
 Leopold Stolba, Cats in a chair, Ver Sacrum 3, Marzo 1899

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La rivista d’arte uscita a Vienna fra il 1898 e il 1903, pubblicata in 120 fascicoli, scelse il formato quadrato per pubblicare le opere degli artisti austriaci dell’Art Nouveau. Poco longeva ma comunque influente, la rivista riuscì a far apparire essenziali e austeri perfino i design più decorati. Per i designer dei primi del XX secolo, il quadrato si rilevò una forma provvidenziale, l’unica in grado di accogliere nel suo perimetro ordinato i layout più stravaganti.

Ver Sacrum
Ver Sacrum

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Il nome della rivista Ver Sacrum (Sacra Primavera) è tratto dall’omonima locuzione latina, a sua volta utilizzata per un poema dal poeta romantico Ludwig Uhland, d’ispirazione al gruppo.

Chi prendeva in mano per la prima volta la rivista si rendeva conto di trovarsi di fronte ad un’impostazione nuovissima, il formato quadrato, quell’immagine geometrica che diventerĂ  la caratteristica della grafica di uno dei maggiori esponenti del gruppo, Josef Hoffmann, che lo ripeterĂ  in decorazioni, strutture architettoniche e mobili, e attorno al quale si stringeranno anche altri artisti, come Gustav Klimt, che lo scelse per la sua “Pallade Athena” (1898), o come Koloman Moser, responsabile della scelta editoriale, altrettanto innovativa, dell’inversione dei bianchi e dei neri nel rapporto fra figura e sfondo, e dell’altrettanto felice unitĂ  armoniosa fra il testo e l’ornamento tipografico nella pagina.

Cosa distingueva Ver Sacrum da tutte le altre riviste?

Ver Sacrum nasce dal frutto di un lavoro di squadra, con il contributo del design di Koloman Moser, Alfred Roller, Josef Hoffmann e Gustav Klimt, si distingueva per il suo design e la qualitĂ  costante dei suoi contenuti e ciò che la caratterizzava, era in primo luogo l’uso dell’innovativo formato quadrato e gli ampi margini che hanno fornito un modello molto flessibile per presentare una varietĂ  di contenuti grafici.

Ver Sacrum rappresentava una rottura con lo stile delle riviste del XIX secolo ed è stata una splendida vetrina per lo sviluppo austriaco dello stile Liberty, e la sovrapposizione tra Art Nouveau e Simbolismo.

Ciò che rende unica la rivista è il carattere di “Gesamtkunstwerk”: opera d’arte totale. Ogni numero doveva essere un’opera d’arte completa, compiuta in sĂ©, che rappresentasse la concezione secessionista dell’Associazione. La stessa impostazione artistica globale doveva mirare a un ideale superiore. Dal piĂą piccolo decoro, ai colori, ai caratteri tipografici, alle illustrazioni, al testo, il tutto doveva riflettere l’idea collettiva, interpretato di volta in volta da un comitato di redazione formato da artisti e letterati sempre diversi.

La rivista fu una sorta di sperimentazione che ottenne risultati sorprendenti. Poeti e letterati che credevano nella “Wortkunst”, nell’arte della parola, vedevano realizzata proprio in Ver Sacrum la fusione armoniosa di tutte le arti, dove il contenuto del testo non veniva concretamente illustrato dall’artista, ma colto nelle sue “vibrazioni”, tradotte nel disegno “in intense allegorie di linee e colori”.

In quegli anni la rivista mirava a diffondere nuove idee e principi estetici anche in atri Paesi, difatti il primo editoriale di Ver Sacrum, aveva come immagine principale un albero in fiore che rompeva il vaso in cui era contenuto, questo visual simboleggiava “la sensibilitĂ  artistica del nostro tempo” e l’idea di portare l’arte straniera a Vienna contro ogni provincialismo asburgico, questo perchĂ© anche il grande pubblico sensibile all’arte, potesse trovare stimolo, educandolo ad appropriarsi del senso estetico, che è presente in ogni uomo, indirizzandolo alla bellezza e alla libertĂ  di pensare e di dire.

Ver Sacrum
Ver Sacrum

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Quali artisti sono stati pubblicati?

La rivista comprendeva contributi di artisti e scrittori del calibro di:

  • Rainer Maria Rilke,
  • Hugo von Hofmannsthal,
  • Maurice Maeterlinck,
  • Knut Hamsun,
  • Otto Julius Bierbaum,
  • Richard Dehmel,
  • Ricarda Huch,
  • Conrad Ferdinand Meyer,
  • Josef Maria Auchentaller,
  • Arno Holz.

Ogni numero ha caratterizzato il lavoro di un particolare artista, il numero del 1899 di Koloman Moser è stato il più ricercato dai collezionisti, la copertina è caratterizzata dal soggetto in bianco e nero, realizzata con una tecnica stencil che crea un alto contrasto fotografico.

Koloman Moser, Ver Sacrum, 1899
da Koloman Moser, Ver Sacrum, 1899

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Gli autori della rivista diedero libero sfogo al decorativismo che combinava nella stessa pagina forme astratte e figurative, e davanti ai quali i lettori si resero conto di trovarsi di fronte a qualcosa di veramente nuovo, come il linearismo e la predilezione per la bidimensionalità delle figure: stile dal sapore giapponese e che esprimeva la sensibilità per il ritmo della superifice a discapito dell’istanza della rappresentazione, elementi, questi, che si ritroveranno come caratteri tipici delle opere figurative degli artisti menzionati.

VER SACRUM (1902)
VER SACRUM (1902)-Copertina della rivista per la 13a Mostra della Secessione viennese- di Koloman Moser

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Nel 1903 la rivista chiuse definitivamente la propria pubblicazione, anche se l’attività artistica dei suoi redattori continuò negli anni successivi, dando origine a nuove comunità di produzione legate al mondo del design, prima fra tutte, la Wiener Werkstatte di K. Moser e J. Hoffmann.


Riferimenti testo:

www.johncoulthart.com

guide.supereva.it

it.wikipedia.org

Per ulteriori riferimenti visitare: www.jbdesign.it/idesignpro

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