Anni 50: Boom del Design made in Italy
L’Italia, come gli altri paesi europei, uscì dalla guerra trovando la supremazia degli Stati Uniti sul mercato mondiale; il governo americano riuscì a riunificare il mercato internazionale grazie ai massicci aiuti ricevuti dall’Europa e il dollaro divenne la moneta di riferimento e l’America lo stile di vita di riferimento per il mondo occidentale. Nel 1946 la Triennale di Milano organizzò la mostra RIMA (Riunione italiana per le mostre di arredamento), dove giovani architetti impegnati nella progettazione di singoli arredi o alloggi tipo furono invitati a partecipare: si trattava del BBPR, e degli architetti Ignazio Gardella, Carlo De Carli, Vico Magistretti e Gabriele Mucchi, che proposero un repertorio di arredi producibili in serie e pensati per case minime con spazi sfruttati in modo razionale.
Il 1947 è l’anno della VIII Triennale di Milano, dove la sezione sull’arredamento, diretta da Piero Bottoni, è curata da Franco Albini e Luciano Canella insieme ad Anna Castelli Ferrieri, Ettore Sottsass e altri. È da quest’anno che il made in Italy comincia a conoscere il suo successo a livello internazionale. Viene però brevettata due anni prima, nel 1946, la Vespa V98 farobasso della Piaggio, dell’ingegnere elicotterista Corradino D’Ascanio, che sancisce l’inizio del successo de scooter, un nuovo mezzo di trasporto per gli spostamenti di breve/media distanza. È invece del 1947 la sua eterna rivale, ovvero la Lambretta della Innocenti, disegnata da Cesare Pallavicino e Pierluigi Torre.
Riferimento immgine:https://it.wikipedia.org/wiki/Design_italiano#/media/File:1947_Vespa_98_100cc.jpg
Qual è stata l’influenza del design sulla società di quegli anni?
È una straordinaria atmosfera quella che si respira in Italia dal dopoguerra al 1960, quando le Olimpiadi di Roma mostrano al mondo la trasformazione del Paese. In Italia, a differenza di altre nazioni dove già il design aveva prodotto molto negli anni ’30 e ’40, architetti e designer scoprono l’industria del mobile grazie a grandi aziende che riconvertono la produzione bellica in civile. Da Gio Ponti a Franco Albini, a Zanuso, ai fratelli Castiglioni, a Munari. Una cultura creativa che coniuga l’eleganza della forma alle esigenze funzionali della famiglia moderna.
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Quali sono le caratteristiche principali del design degli anni 50?
Il design italiano mescola funzionalità ed ironia valorizzando anche materiali che finora erano stati considerati di scarto o di ripiego riuscendo, così, a reinventare gli oggetti. E’ un design piacevole e fluido ma allo stesso tempo complesso perché pieno di emotività e carico di suggestioni e inquietudini provenienti dai media e dalle preoccupazioni della comunicazione globale: molti oggetti sono, dunque, non solo funzionali ma trasmettono anche una forte carica umana e affettiva. Questo genere è chiamato “design emozionale“, infatti.
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Quali elettrodomestici vennero prodotti negli anni 50?
Restando nel settore meccanico, ebbero significativi sviluppi la Olivetti nel campo delle macchine da scrivere, la Magneti Marelli nel campo dei materiali elettrici e le prime radio, e la Necchi per le macchine da cucire. Gli anni cinquanta segnano anche la crescita del numero degli elettrodomestici nelle case italiane: le lavatrici passano da 72000 unità nel 1957 a 262000 nel 1961, i frigoriferi passano dai 18500 del 1951 ai 370000 del 1957, fino ad arrivare ai 1529000 pezzi negli anni sessanta. Visti questi incrementi di produzione, diventa emblematico il problema della forma anche nei settori tecnologici, e non più solo nell’arredo. Questo è documentato, per esempio, dalla produzione Olivetti per macchine da scrivere e calcolo, strettamente legata al nome di Marcello Nizzoli, che già dal 1935 aveva iniziato una collaborazione con questa azienda. È infatti di Nizzoli la macchina da calcolo elettrica Divasumma (1956). Sempre di Nizzoli è la macchina per cucire Mirella, disegnata per la Necchi nel 1957.
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Gli anni cinquanta sono il decennio della stupefacente crescita della diffusione della televisione in Italia. Ed è proprio del 1956 il televisore Phonolo 17/18, disegnato da Berizzi, Buttè e Montagni, appunto per l’azienda Phonola, riprendendo la logica progettuale impiegata da Franco Albini per l’oggetto-radio e da Luigi Caccia Dominioni e i fratelli Castiglioni per il già citato radioricevitore 547 a 5 valvole del 1940.
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Quali pezzi hanno rappresentato meglio lo spirito dell’epoca?
Pezzi come la poltrona Lady, la sedia Superleggera e il frigorifero Smeg. Lady rappresenta la capacità di trasformare materiali bellici come la gommapiuma in materiali per l’industria dell’arredo, la Superleggera la voglia di forme semplici e funzionali dell’epoca, Smeg è invece la risposta ai nuovi bisogni di praticità e comfort.
Riferimento immagine:Â https://www.vntg.com/143022/marco-zanuso-lady-chair-for-arflex-italy-1951/
Riferimenti testo:
Per ulteriori riferimenti visitare: http://www.jbdesign.it/idesignpro