Uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del 20° secolo
Nato a Milano nel 1907 e ivi morto nel 1998. La sua formazione artistica muove dalle esperienze pittoriche condotte nell’ambito del Futurismo, dal quale trarrà la sua ricerca visuale e l’interesse per l’oggetto nella sua complessa definizione e identificazione di caratteri, attributi e significati.
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Bruno Munari è una della grandi figure del design e della cultura del XX secolo. Milanese, ha vissuto tutte le età più significative dell’arte e del progetto, diventandone un assoluto protagonista sin dagli anni Trenta, con la creazione delle “macchine inutili” e con il contemporaneo lavoro di grafica editoriale, del tutto innovativo nel panorama europeo.
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Dal 1927 prese parte alle manifestazioni del secondo Futurismo milanese, partecipando alle collettive della Galleria Pesaro oltre che alla Biennale di Venezia e alle Quadriennali di Roma e Parigi degli anni Trenta. Nel 1933 espose le sue «macchine inutili», congegni meccanici studiati nelle loro caratteristiche estetiche, presentate come «modelli sperimentali intesi a verificare le possibilità di informazione estetica del linguaggio visuale». Dal 1934 al 1936 si dedicò alla pittura astratta. Nel 1948, insieme ad A. Soldati, G. Monnet, G. Dorfles, fondò il MAC (Movimento per l’arte concreta). Negli anni Cinquanta le sue ricerche ripresero con una serie di sculture «concavo-convesse» (1949–65), di dipinti «positivo-negativi» (1951 e seguenti), di modelli sperimentali tridimensionali (Composizione sul quadrato; Sculture da viaggio; Strutture continue), fino alla sperimentazione visiva ottenuta con luce polarizzata (dal 1953 in poi). Negli anni seguenti si dedicò a ricerche cinetiche e a esperimenti di xerografia.
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Con quali aziende ha collaborato?
La collaborazione con tutte le aziende più importanti per la rinascita del Paese – dalla Einaudi alla Olivetti, dalla Campari alla Pirelli – e una serie di geniali invenzioni progettuali – spesso realizzate per la ditta Danese – ne fanno un personaggio chiave per la grande stagione del design italiano.
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Su cosa si basa la ricerca di Munari?
La ricerca di Munari, non inquadrabile nelle categorie consuete, tende a una sorta d’ironico analismo, mediante la continua sperimentazione di sempre nuovi strumenti di comunicazione. Partito dalla poetica futurista dell’interpretazione dell’arte come totalità, egli risolve il suo processo inventivo attraverso forme astratte semplici e pure, per offrire all’uomo oggetti utili non solo in senso materiale, ma anche intellettuale ed estetico, nel tentativo di riassumere in essi le contrastanti istanze della tecnica e dell’arte, della necessità e della libertà, dell’imprevisto nel ripetitivo. La sua costante ricerca è stata quella dell’approfondimento di forme e colori, variabili secondo un programma prefissato, e della autonomia estetica degli oggetti.
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Quali premi e riconoscimenti ottenne?
- Premio “Compasso d’Oro” dell’Associazione per il Disegno Industriale (1954, 1955, 1979)
- Medaglia d’oro della Triennale di Milano per i libri illeggibili (1957)
- Premio Andersen come miglior autore per l’infanzia (1974)
- Menzione onorevole dell’Accademia delle Scienze di New York (1974)
- Premio grafico Fiera di Bologna per l’infanzia (1984)
- Premio della Japan Design Foundation, “per l’intenso valore umano del suo design” (1985)
- Premio Lego “per il suo eccezionale contributo allo sviluppo della creatività nei bambini” (1986)
- Premio dell’Accademia dei Lincei “per l’attività grafica” (1988)
- Premio “Spiel Gut” di Ulma (1971, 1973, 1987)
- Laurea honoris causa in architettura dall’Università di Genova (1989)
- Socio Onorario dell’Accademia di Belle Arti di Brera – Premio Marconi (1992)
- Cavaliere di Gran Croce (1994)
- “Compasso d’oro” alla carriera (1995)
- Membro onorario della Harvard University
Riferimento testo:
Per ulteriori riferimenti visitare: http://www.jbdesign.it/idesignpro